Il 12 agosto 1808, grazie al Decreto Regio di Vittorio Emanule I,
nasce “Santa Teresa”, dopo richieste appassionate ed insistenti del
comandante la guarnigione sardo-piemontese, Francesco Maria Magnon.
Il borgo è popolato inizialmente da contrabbandieri, da fuorusciti
corsi e da poche famiglie autoctone.
Il litolare su cui sorge è stato teatro di scontri tra le truppe
regolari e i fautori delle idee propugnate dalla rivoluzione francese,
come testimonia l’episodio di rivolta del giugno 1802 svoltosi sulla
Torre spagnola di Longonsardo, ad opera del prete Sanna-Corda e del
notaio Cilocco.
Nel territorio si sovrappongono le civiltà nuragico-punica, romana,
medievale, delle quali restano ampie vestigia (i villaggi nuragici,
le cave romane, il castello medioevale di Eleonora di Arborea, la
torre cinquecentesca che domina lo stretto).
L’ampiezza del territorio comunale è il risultato di contrasti,
spesso aspri fra Tempiesi e Teresini, di cui esiste ampia documentazione;
mentre l’impianto urbanistico del centro abitato fu disegnato dallo
stesso re nel 1807 e propone una nitida ripartizione geometrica e
con le vie dritte, parallele ed intersecanti ad angolo retto che
costituiscono un esempio unico in Sardegna.
Il 15 novembre del 1821 rappresenta una data storica per il borgo
che finalmente ottiene l’autonomia amministrativa da Tempio; mentre
con il decreto del 7 settembre 1862 Vittorio Emanuele II, autorizza
il Comune ad assumere la denominazione di “Santa Teresa Gallura”,
l’attuale nome, in conformità alla deliberazione consiliare datata
26 luglio dello stesso anno.
Le economie di governo impedirono l’edificazione della chiesa fino
al 1835, anno in cui finalmente si inizia la costruzione definitiva
della Chiesa parrocchiale di S.Vittorio, finanziata in parte da
donazioni di privati.
La vita del nuovo centro per tutto l’800 si basa esclusivamente su una
economia agricola e pastorale. Soltanto alla fine del secolo, immigrati
ponzesi, diffondono il loro patrimonio marittimo e il mestiere delle
pesca si mescola con le tradizioni economiche locali.
A cavallo dei due secoli il paese conosce momenti di grande tensione
culturale: si stampa il giornale “Le Bocche di Bonifacio”, si fondano
società di mutuo soccorso che alimentano una grande solidarietà tra
gli abitanti.
In quegli anni si va formando il carattere peculiare dei Teresini:
gente semplice, attenta all’essenziale, portata alla discussione,
tendenzialmente laica, tuttavia profondamente religiosa, di una
religiosità informale.
Già alla fine dell’ottocento si avvertono i primi segni della scoperta
della cittadina come località turistica, meta di breve soggiorno da
parte di alcune famiglie dei centri vicini dell’alta Gallura. Questo
fenomeno si intensificherà negli anni cinquanta e porterà il paese,
all’attuale sviluppo turistico, soprattutto grazie ai suoi abitanti che
”vivaci d’ingegno, forti e intraprendenti, cercano nel lavoro e nel
commercio i mezzi di vivere e le fonti della loro prosperità”.
Oggi la cittadina vive una intensa e costante attività economica
legata prevalentemente al turismo, ed in certa misura alla pesca
all’agricoltura ed all’allevamento zootecnico.
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